La Giornata mondiale della poesia è stata istituita dall’UNESCO nel 1999 e la si celebra ogni 21 marzo, primo giorno di primavera.
Come spiega Giovanni Puglisi, Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, “tra le diverse forme di espressione, ogni società umana guarda all’antichissimo statuto dell’arte poetica come ad un luogo fondante della memoria, base di tutte le altre forme della creatività letteraria ed artistica”.
La Poesia viene così riconosciuta come valore imprescindibile per la vita di ognuno di noi: leggere dei versi, antichi o moderni, non significa solamente avvicinarsi al pensiero degli autori ma conoscere un po’ di più anche noi stessi.
Questa Giornata ha dunque l’obiettivo di promuovere il linguaggio universale proprio della Poesia perché essa, in ogni epoca e nazione, si è fatta portavoce di sentimenti, di condanne, di delusioni e di gioie in un modo che fosse comprensibile a tutti.
Non esiste uomo o donna che non possa capire il significato di un testo poetico: Poesia è bellezza ed essa va oltre alle lingue, ai confini e alle diverse culture perché non conosce limiti. Non emargina ma accoglie ognuno di noi, unendoci e facendoci sentire simili, e riesce a portare un po’ di luce in un mondo che, oggi più che mai, sembra avvolto dalle tenebre.
La Biblioteca, come contributo alla celebrazione di questa Giornata, propone alcune raccolte poetiche di autori che, in periodi storici anche molto lontani tra loro, sono riusciti nel complesso intento di veicolare attraverso i loro versi emozioni universali.
Ricordiamo il Dante Alighieri delle Rime, raccolta moderna della sua intera produzione lirica giovanile e della maturità, che ha cambiato il modo di scrivere e concepire la Poesia e per questo considerato dai più come modello insuperato e di ispirazione per ogni autore a lui successivo; Foscolo, che nei suoi sonetti ha espresso e reso eterni tormenti e angosce tipici non solo dell’uomo d’inizio Ottocento ma di ogni uomo, come la paura per l’avvicinarsi del tramonto della vita e il restare solo, lontano dai luoghi in cui è cresciuto e ha trascorso la sua giovinezza assieme agli affetti della famiglia; Leopardi, che nei Canti ha unito recupero della classicità, dolore in seguito alla perdita della speranza -o illusione- amorosa, ricordo commosso della gioventù, timore nei confronti di una Natura e di un Destino ritenuti avversi; Pascoli, che nella raccolta Myricae attinge all’universale a partire dalla semplice descrizione della vita campestre fino ad arrivare alle sue tragedie e sofferenze familiari; Ungaretti, tra gli autori più amati del Novecento, che nella raccolta L’allegria ha raccontato le violenze e sofferenze della guerra, trovando il mondo per esprimerle anche quando le parole venivano meno di fronte alla paura di non vedere più la luce del giorno successivo; Montale, che in Satura unisce occasioni quotidiane, cronaca e critiche sociali all’espressione del personale dolore per la perdita dell’amata.
In conclusione, vogliamo ricordare i versi del Congedo di Aldo Palazzeschi, uno dei padri delle avanguardie storiche del Novecento:
“Muoiono i poeti
ma non muore la poesia
perchè la poesia
è infinita
come la vita.”
Scritto da: Benedetta Curatrice: Gennj