La poetessa Federica Simonetto

Monselice scrive online ha l’onore di presentare la poetessa Federica Simonetto autrice di numerose poesie, alcune di forte contenuto sociale. Nel reading Donne, orfane di virgole nere prende spunto dalle violenze sulle donne per intraprendere un cammino di sensibilizzazione tutto personale che si prefigge di dar voce alle donne vittime di violenza. ‘Virgole nere’, cioè elencate e prese in considerazione solo al momento del fatto di cronaca e poi ammassate sotto la parola generica “femminicidio”. Di fatto rimaste senza voce, spersonalizzate, derubate del nome, delle origini, della dignità. Con questo reading vuole “virgolettare” ciascuna donna violata e meditarne la storia per non dimenticare. Introduce e presenta Silvia Boschetto.

Federica è  nata a Conselve (Pd)  e ha frequentato la Facoltà di Lettere e Filosofia presso l’Università di Padova. Attualmente lavora presso la struttura Paolo IV (reparto per i malati terminali oncologici) dell’Opera Immacolata Concezione. Le sue raccolte poetiche sono: Décollage e sovrapposizioni e Amadriade. Nella sua poetica confluisce il suo interesse per l’arte, soprattutto contemporanea. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti in campo letterario, aggiudicandosi il premio per la critica con la poesia Quarant’anni (Roma 2009) e il terzo premio al concorso letterario Licata con la poesia A Neda (Sciacca 2011). Diploma di merito con la poesia Le donne non parlano più al concorso Idea Donna in onore del premio Nobel Rita Levi Montalcini e premio speciale Euterpe con la poesia A Francesca, malata oncologica Jesi (2018). Diploma d’onore con la poesia Sognare a Lampedusa (Roma 2018). Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati in raccolte come supplemento al Corriere del Veneto sotto la supervisione della scrittrice Antonia Arslan. Scrive poesie da oltre trent’anni.

 

 

Per Monselice Scrive presenta le seguenti poesie:

Il viaggio della sposa, Sono coì ora, Da Amadriade, Ali di giugno, Burano, L’ombra dei miei pensieri, Ritratto di Esule (Zara 1945), Sono così ora, Da Terre Mutate, Penso, A Gianfranco, La pettegola sverna, Consegno le ali, I giardini di Giverny (Le spose bambine), Umanissimo fiume

Tra tutte le sue poesie consigliamo:

 

Consegno le ali

Il vento sorge lento

tra le rugose rive lunari

e sirene sviolinano al tempo

spettatrice col batticuore

mi sento.

Così

 vicina ai balordi

 smetto di cantare

in bilico su sordi binari

come Dedalo

consegno ormai vinta

le ali.

 

I giardini di Giverny (Le spose bambine)

Vi guardo da un mondo perso

con l’occhio vecchio e velato

sfocate ninfee di Giverny.

Il cuore stornisce

alla maliziosa festa di colori

in processione notturna

avvinghiate al soffice muschio.

Ma i miei pensieri

scivolano più in là

nella lucida ghiaia di fiume

si posano sulla carne opalina

di voi spose bambine.

Piccole donne inventariate

che non danno cenni di guerra

ed avanzano con un solo piede scalzo.

Sotto le vesti portate luce

aperte al cielo come una palma

celate sacre reliquie nella cripta.

Sbiadite nella tinozza

col vostro incubo ricorrente.

Siete orfane di virgole nere

e minute le vostre mani

operose ed abusate

non salvano le pupille affogate

in scatole di latta abbandonate:

Vuote di sogni,

vuote di rispetto,

vuote

come il dissacrato ventre.

Ammirate

nello stagno di Giverny

come ninfee

non procurate fragore

ma subbugli d’infinito.

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