Ciao a tutti e benvenuti a “La Strada di Mattoni Gialli”, il podcast che trasforma la tranquilla biblioteca di Monselice in un vivace salotto letterario! Qui, il nostro gruppo di lettura si diverte a smontare e rimontare libri con l’abilità di un bambino con i LEGO e l’entusiasmo di un detective alla prima caccia al tesoro. Preparatevi a sentire recensioni ironiche, commenti scanzonati e, perché no, qualche battibecco amichevole. Mettetevi comodi, alzate il volume e unitevi a noi in questo viaggio tra le pagine!

La Scelta del Libro: “Accabadora” di Michela Murgia

Io sono Michele, e il libro di oggi è “Accabadora” di Michela Murgia. A volte capita che un libro scelto, vuoi per la complessità, vuoi per i temi trattati, renda i nostri lettori un po’ timidi. Per questo, abbiamo deciso di fare un giro di tavolo e riassumere il libro in una sola parola. Ed è esattamente ciò che è successo con “Accabadora”, un romanzo contemporaneo ma ambientato in una Sardegna di altri tempi, assolata e immobile. Le parole chiave che abbiamo individuato sono: Fille d’animu, madre, superstizione, travaglio della morte, misericordia, atmosfera, tradizione, e claustrofobia.

Fille d’animu: L’Adozione Spirituale

Partiamo con “Fille d’animu”, che non è una nuova marca di formaggi, ma un termine sardo che significa “figlia d’anima”. In pratica, è una sorta di adozione spirituale. La nostra protagonista, Maria, viene presa in cura da Tzia Bonaria, una donna che non è proprio il tipo che ti fa i biscotti, ma che ha un cuore grande così. Un rapporto speciale, un po’ come quando trovi il tuo primo migliore amico a scuola – solo che con più drammi e un pizzico di mistero.

Madre: Una Figura Atipica

E parlando di Tzia Bonaria, non possiamo non menzionare la parola “Madre”. Perché, diciamocelo, non tutte le madri sono fatte di zucchero e miele. Tzia Bonaria è una madre atipica, una di quelle che ti insegna la vita a suon di lezioni dure, ma sempre con amore. Vi ricordate la vostra nonna che diceva “Te l’avevo detto”? Ecco, qualcosa del genere, ma in chiave sarda e con la penna di Murgia che sa il fatto suo.

Superstizione: Un Personaggio a Sé Stante

Poi c’è “Superstizione”. Ah, le superstizioni! Quante ne abbiamo sentite, vero? Ma in “Accabadora”, la superstizione è quasi un personaggio a sé stante. Immaginate di vivere in un paesino dove ogni ombra ha un significato e ogni sussurro porta con sé una storia. E no, non stiamo parlando di chiacchiere da bar, ma di quelle credenze che ti fanno guardare dietro l’angolo con un po’ di timore.

Travaglio della Morte: Un Tema Profondo

E ora, preparatevi per un viaggio un po’ tetro con “Travaglio della morte”. Che no, non è il titolo di un nuovo horror, ma un tema centrale nel libro. Tzia Bonaria è un’accabadora, una sorta di angelo della morte che aiuta le persone a passare oltre. Un lavoro mica facile, eh! E qui Murgia ci fa riflettere sul fine vita in modo delicato ma potente.

Misericordia: Un Lavoro Mosso dall’Amore

A proposito di fine vita, passiamo a “Misericordia”. Tzia Bonaria non è solo una figura oscura; il suo compito è mosso da compassione e amore. Una specie di Dr. House della Sardegna, ma senza il bastone e con più saggezza popolare. È un lavoro che richiede una forza interiore incredibile, qualcosa che ti fa pensare: “Ma io ce la farei?”

Atmosfera e Tradizione: Un Tuffo nel Cuore della Sardegna

Parlando di “Atmosfera”, l’ambientazione sarda di Murgia è così viva e palpabile che sembra di sentire il profumo del mare e il vento tra i capelli. Vi giuro, leggendo, mi è venuta voglia di prendere il primo traghetto per la Sardegna! E con “Tradizioni”, la Murgia ci porta dritti nel cuore di una cultura antica e ricca di storia. Un po’ come quando andate a trovare i parenti nel paesino di montagna e vi fanno vedere le foto in bianco e nero del nonno con i baffoni. Ogni pagina è un tuffo in un mondo dove il tempo sembra essersi fermato, ma con una freschezza che rende tutto attuale.

Claustrofobia: La Vita nel Villaggio

Passiamo ora a una parola che magari non vi aspettereste: “Claustrofobico”. Sì, perché la vita nel piccolo villaggio può essere un po’ soffocante. E chi non ha mai sentito il bisogno di scappare dalla routine quotidiana? Maria vive questa sensazione e la sua crescita è un viaggio verso la libertà personale. È come quando hai troppi parenti a casa per Natale e sogni di scappare alle Bahamas.

Il Legame Speciale tra Maria e Tzia Bonaria

Ci siamo persi tra le pagine di “Accabadora”, leggendo alcuni passaggi che ci hanno toccato il cuore. Come quando Maria e Tzia Bonaria si scelgono reciprocamente, in un legame che sfida le convenzioni e le aspettative sociali. E qui Michela Murgia è davvero magistrale: niente è lasciato al caso, ogni parola è al suo posto come i pezzi di un puzzle perfetto.

L’Eutanasia: Un Tema Contemporaneo

Infine, non possiamo non parlare del tema dell’eutanasia. Un argomento che rende “Accabadora” incredibilmente contemporaneo e che ci ha fatto riflettere sulla vita e sulla morte in modo profondo e sincero. E, ammettiamolo, chi non ha mai pensato: “Se potessi scegliere come andarmene, cosa farei?”

Per oggi è tutto! Speriamo di avervi fatto venire la voglia di leggere (o rileggere) questo libro! Alla prossima puntata.

Ascolta ora l’episodio e lasciati trasportare dalla Sardegna raccontata da Michela Murgia. Condividi le tue impressioni nei commenti!