Le intermittenze della morte di José Saramago

Introduzione

Ciao a tutti e benvenuti a “La Strada di Mattoni Gialli,” il podcast che trasforma la tranquilla biblioteca di Monselice in un vivace salotto letterario! Qui, il nostro gruppo di lettura si diverte a smontare e rimontare libri con l’abilità di un bambino con i LEGO e l’entusiasmo di un detective alla prima caccia al tesoro. Preparatevi a sentire recensioni ironiche, commenti scanzonati e, perché no, qualche battibecco amichevole. Mettetevi comodi, alzate il volume e unitevi a noi in questo viaggio tra le pagine!

Io sono Chiara e il libro di oggi è: “Le intermittenze della morte” di José Saramago

Trama del libro

Un mondo senza morte

Immaginate un mondo in cui la morte decide di prendersi una vacanza. Esatto, avete capito bene: la morte appende la falce al chiodo e dice “Mi prendo un po’ di ferie!”. Tutto questo accade nel romanzo “Le intermittenze della morte” del grande José Saramago.

Le difficoltà di lettura

Ora, prima di tuffarci nel cuore di questo libro, devo fare una confessione. Il nostro gruppo di lettura ha avuto qualche problemino con questo testo. Diciamo che circa il 50% di noi ha alzato bandiera bianca prima di raggiungere la metà. E non è perché siamo pigri, eh! Ma perché Saramago, con tutto il rispetto per il Nobel che si è portato a casa, scrive come se la punteggiatura fosse un optional. Ma chi ha bisogno di punti e virgole, giusto? È un po’ come fare una corsa in discesa senza freni, emozionante ma anche un po’ spaventoso.

Temi principali del romanzo

Il significato della morte

Ma sapete una cosa? Chi ha avuto il coraggio di affrontare questa maratona letteraria ne è uscito con il cuore pieno di riflessioni profonde. Una delle idee più condivise è stata quella che la morte, in fin dei conti, è un dono. Eh sì, lo so, suona strano detto così, ma pensateci un attimo: senza la morte, senza questa certezza che tutto prima o poi finisca, che senso avrebbe la vita? Sarebbe come guardare una serie TV infinita senza mai vedere il finale. Cioè, no grazie! Alla fine, la morte è parte integrante del ciclo della vita, e questo libro ce lo sbatte in faccia con una grazia incredibile.

Un finale toccante

Non vogliamo spoilerare il finale, ma ci limitiamo a dire che subisce un colpo di scena che ha lasciato molti di noi con gli occhi lucidi. Sì, d’accordo, un po’ sdolcinato forse, ma anche estremamente toccante. Un finale che, seppur inaspettato, ci ha fatto riflettere sulla fragilità e sulla bellezza dell’essere umani. Magari anche la morte ha bisogno di sentirsi viva ogni tanto, chi lo sa?

Gli aspetti più interessanti

L’impatto sulla società

Un altro aspetto che ci ha colpiti è stato il modo in cui Saramago esplora le reazioni della società alla scomparsa della morte. La politica, la burocrazia, e sì, anche la maphia (con ph, mi raccomando, perché in un libro così non può mancare un tocco di originalità) si ritrovano a dover affrontare una situazione inedita e lo fanno, come sempre, con cinismo e pragmatismo. È stato davvero interessante vedere come ogni settore della società cerchi di adattarsi a questa nuova realtà, spesso con risultati piuttosto grotteschi.

Il ruolo della musica

E non possiamo non menzionare la musica, che nel libro assume un ruolo quasi magico. La musica, come tutte le arti, rappresenta l’immortalità, quella capacità di superare il tempo e lo spazio, di restare viva anche quando tutto il resto è destinato a scomparire. È stato un tema che ha risuonato molto nel nostro gruppo, tanto che abbiamo persino pensato di mettere su una playlist per accompagnare la lettura!

Conclusioni

Infine, non possiamo che chiudere con una nota di merito alla traduttrice. Perché, cari amici, se noi italiani abbiamo potuto goderci questo libro, lo dobbiamo anche a chi ha avuto la pazienza e il talento di tradurre il flusso di coscienza di Saramago in qualcosa di comprensibile. Chapeau!

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