I Premi Brunacci vent’anni dopo

In occasione della XX edizione viene spontaneo il desiderio di tracciare un bilancio delle precedenti, specie in chi, come me, ha fatto parte del piccolo gruppo di amici che per tanti anni ha lavorato con alterne vicende, tra momenti di soddisfazione e periodiche tentazioni dimissionarie, per la buona riuscita dei premi. Nelle nostre intenzioni vi era anzitutto la volontà di promuovere una serie di ricerche, articolate su vari livelli, dalla scuola elementare all’Università, sulla storia del Padovano (ed in particolare della Bassa). Personalmente mi interessavano soprattutto le ricerche dei giovani, non tanto le opere già pubblicate a spese di Comuni, Banche od Enti vari (si diceva allora che l’autore era già stato premiato con la pubblicazione in carta patinata, con belle fotografie o ricchi apparati di illustrazioni).

Importante era fare storia locale senza indulgere nel patriottismo del proprio campanile, ma inserire il passato del “luogo natio” nel contesto della storiografia contemporanea, non solo italiana.

Rileggendo la lista dei vincitori, da giurato ho motivi di soddisfazione: tra i libri vincitori vi sono i lavori di Fumian, Selmin, Scabia, PAdoan, Merlin, Billanovich, Baldassin, ecc. per citare solo i primi autori che ricordo.

Certo vi sono stati anni più fortunati, a prescindere dai vincitori, quando la partecipazione è stata ampia e di buon livello, anni di siccità (un anno, il 1987, il premio non è stato assegnato) quando la difficoltà di trovare un vincitore ci ha costretto a scelte non del tutto condivise, anche se mai infelici.

Dove però il contributo dei concorrenti è sempre stato positivo è stato nel settore della scuola dell’obbligo dove studenti ed insegnanti hanno sempre partecipato con entusiasmo ed impegno, producendo, si spera, un effettivo progresso sul metodo di apprendimento storico. In cambio nella scuola superiore i Premi Brunacci non hanno saputo sfondare: ad eccezione dei professori Valandro e Selmin, lo studio della storia locale è sembrato inutile e pericoloso, alla luce dei “programmi ministeriali”.

Ma nel settore delle tesi di laurea tutti i premiati (ed anche parecchi dei non premiati) hanno meritato ampiamente la segnalazione ed il giudizio positivo della giuria; diverse volte ci siamo rammaricati di non poter premiare più lavori condotti con passione ed impegno da studenti che hanno condotto accurate indagini d’archivio, letto manoscritti inediti, prodotto lavori degni di pubblicazione. Personalmente ritengo siano essi i veri eredi dell’abate Brunacci: questi giovani provenienti da diverse Università del Veneto (e non solo), da Facoltà diverse, rappresentano una speranza per la ricerca e per l’insegnamento della storia.

Purtroppo con la recente riforma universitaria delle tesi rimarrà ben poco: esclusa dalla laurea triennale come lavoro d’archivio, rimarrà legata alla sola laurea specialistica, con forte ricaduta negativa, temo, per la grande maggioranza degli universitari. Ma i problemi del futuro si porranno in altra sede: nei vent’anni trascorsi il livello delle tesi di laurea consente un bilancio positivo e stimolante.

Franco Fasulo

Premio libro veneto

Paolo SAMBIN, Per le biografie di Angelo Beolco, il Ruzante, e di Alvise Cornaro

Esedra 2002

Premio libro padovano

Aldo PETTENELLA, Storie Euganee

Cierre 2002

Premio tesi di laurea – vincitori ex aequo

Marco DORIN

Le pergamene della Vangadizza (sec. XIII-XIV)

Università degli Studi di Padova, Facoltà di Lettere e Filosofia dipartimento di Storia, a.a. 2001-2002, relatore prof. Attilio Bartoli Langeli

Maria ZANELLA

Grammatici e scuole di grammatica nel tardo Medioevo: aspetti di storia dell’istruzione a Padova e nel suo territorio, secolo XIII-XV

Università degli Studi di Padova, Facoltà di Scienze della Formazione, a.a 2002-2003 , relatore prof. Donato Gallo