Relazione del Presidente della Giuria
Cari ragazzi, autorità, genti.il signore e signori,
Per ragioni tecniche la cerimonia di assegnazione dei premi Brunacci si tiene in questa occasione qualche mese più tardi del solito: non ad ottobre, inizio anno scolastico, ma a gennaio, inizio del nuovo anno solare, quasi prolungamento e conclusione delle feste di Natale e di Capodanno.
E festa è di fatto questo incontro ormai tradizionale: un po’ rumorosa fu l’impaziente vivacità di tanti ragazzi giustamente insofferenti di lunghi discorsi; affollata e talvolta un po’ disordinata fu la difficoltà di disporre di spazi adeguati; un tantino impacciata per la scarsa consuetudine dei membri della giuria con le cerimonie, ma festa viva e autentica per i premiati, per il mondo della scuola e degli studiosi, per quanti amano il passato e il presente di Monselice, per gli amici della giuria che sono lieti di ritrovarsi, stare insieme un pomeriggio a parlare e sentire parlare di libri, di ricerche, di studi.
Per la nuova edizione dei Premi Brunacci sono giunte 27 opere: 12 per la sezione riservata agli studenti della scuola dell’obbligo e media superiore; 10 per il settore delle tesi di laurea o lavori assimilabili; 5 per quello destinato ad un libro riguardante il Padovano.
I ragazzi delle scuole dell’obbligo hanno condotto ricerche che dal Paleoveneto risalgono ai giorni nostri, affrontando problemi che con radici profonde sul passato trovano il presente dell’uomo e del suo ambiente (cave e archeologia industriale, acque, inquinamento). I giovani delle superiori si sono interessati a temi di storia sociale (fame e colera in età moderna) e culturale (rapporti tra letteratura e storia in sede locale).
Gli studenti dell’Università hanno studiato le vicende insediative nel monselicense nella prima età moderna e nuovi studi demografici sui colli (Este, Baone) nel XVII secolo; hanno analizzato i dati emergenti dalle visite pastorali sul Conselvano sempre nel ‘700, hanno riportato alla luce carteggi tra eruditi sul medesimo secolo; o sono andati all’indietro alla scoperta e di antiche architetture monastiche a Padova (basilica di S. Giustina) e Monselice (corte di S. Salvaro).
I contributi sono giunti dalla Scuola Elementare di Arquà Petrarca, dalle Scuole Medie di Anguillara, Cinto Euganeo, S. Urbano, Vescovana, dall’Istituto Tecnico industriale Euganeo di Este, dall’Istituto Kennedy di Monselice, dalle Università di Padova, di Venezia , di Trento.
L’unico lavoro pervenuto assimilabile alle tesi di laurea riguarda il restauro architettonico del Complesso di Ognissanti di Padova.
Per quanto riguarda il libro sul Padovano le opere presentate si collocano su una linea di ricerca tradizionale: la storia di un centro (in questo caso Campolongo Maggiore e Castelbaldo); o spaziano su temi di storia sociale (l’impatto delle pestilenze sulla società veneta) o si muovono lungo un filone di ricerca già in passato molto apprezzato anche in questa sede (l’ambiente geologico dei Colli Euganei) la giuria che ha esaminato questo complesso di lavori ha apprezzato vivamente le opere presentate rilevandone il buon livello (tranne qualche caso) e comunque introducendo quest’anno criteri di differenziazioni sulla valutazione delle ricerche e quindi nel Premio anche sul settore riservato alla Scuola Media dell’obbligo.
Al di là del giudizio di valore sulle opere presentate la giuria non può non esprimere il proprio compiacimento rilevando che vi sono a) ragazzi che dedicano parte del loro tempo alle ricerche sul passato del proprio paese e sull’ambiente nel quale vivono; b) insegnanti che non interpretano le ricerche come rinvio a voci di una qualche Enciclopedia e a copiature di altri libri, ma sanno educare alla ricerca viva, sul campo i loro alunni; c) studenti universitari che impegnandosi a fondo non si limitano a inseguire facili lauree d) studiosi locali che non si confondono nei tanti arruffoni, compilatori superficiali di monografie che purtroppo imperversano nell’editoria; e) amministratori che, pur sapendo di non ricavare grande pubblicità e voti da una iniziativa molto silenziosa che coinvolge la scuola e il mondo della cultura hanno appoggiato e appoggiano i Premi Brunacci.
Per questo colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente l’Amministrazione, il sindaco, l’assessore Scanferla che con grande discrezione ci segue e ci incoraggia.
Tutto questo ci sembra il sintomo positivo di un vivere e di un operare civile e responsabile di cui il nostro paese ha molto bisogno.
Quest’anno ci si può anche chiedere come mai, tra il molto che l’editoria offre, il Premio maggiore (Brunacci Monselice) non sia andato ad un’opera di storia in senso stretto. A parte l’impostazione di fondo dei Brunacci che intendono premiare quanti con la loro opera contribuiscono alla conoscenza storica della cultura veneta in senso ampio, occorre dire su un piano generale che spesso un gran libro di narrativa coglie meglio di un libro di storia la realtà del passato.
La differenza semmai sta nel fatto che pochi sono i grandi romanzi storici e molte le buone ricerche di storia.
Lasciando ad altri più esperti la riflessione sull’opera di Meneghello, si può dire che Maredè Maredè è un libro tanto affascinante e singolare quanto difficilmente definibile:
Come si legge nel sottotitolo si tratta di
sistematica descrizione grammaticale del vicentino (nell’appendice di Note di morfologia elementare)
grammatica di un dialetto (perla rara)
tesoro di sapienza linguistica
è un libro alla cui lettura si reagisce sempre: le parole richiamano inevitabilmente assieme alle cose, i fatti, le emozioni, i ricordi. è un libro che aiuterà sempre a riflettere su una tradizione linguistica nota ma accettata passivamente, una riflessione che non sarà esclusiva dei Veneti, dei nativi, dei Vicentini (ma alto vicentini), ma potenzialmente di tutti (e quali siano queste potenzialità Meneghello lo mostra con il confronto qua e là con la lingua inglese, che egli conosce come il dialetto. Questo libro di Luigi Meneghello è una festa per noi lettori, noi lettori a Monselice vogliamo ringraziarlo con questa nostra festa entrata ormai nella tradizione di Monselice.
Premio Libro Veneto
Luigi MENEGHELLO, Maredè, maredè… : sondaggi nel campo della volgare eloquenza vicentina
Einaudi 1991
Premio Libro Padovano
Agnese Lauretta COCCATO, Campolongo Maggiore : profilo storico di una comunità
Cassa rurale ed artigiana di Bojon 1991
Giorgio RIZZI
Movimento demografico a Este nel XVIII secolo
Università degli Studi di Padova, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 1990-91
Relatori proff. Federico Seneca e Franco Fasulo
Claudia CONTIN
La Basilica di Santa Giustina a Padova
Istituto di Architettura di Venezia, Dipartimento di Storia dell’Architettura, a.a. 1991-92
Relatore prof. Manfredo Tafuri