Relazione del Presidente

Signore e signori,

è ormai una consolidata consuetudine quella di ritrovarsi a Monselice, all’inizio dell’autunno, per il conferimento dei Premi Brunacci. Giunta al quarto anno di vita, l’iniziativa si avvia a diventare un importante appuntamento per la cultura veneta, senza per questo snaturarsi e perdere alcunché della sua ispirazione e delle sue caratteristiche. Come è noto, i Premi hanno lo scopo di valorizzare il lavoro di ricerca storica in ambito locale e regionale, coinvolgendo il mondo della scuola e quello accademico, gli studenti e gli insegnanti, gli studiosi dilettanti e gli storici professionisti, uniti dal comune amore per la storia veneta e impegnati, a livelli diversi, nello studio del passato con la convinzione che sia questa una via maestra per la migliore comprensione del presente. Far ricorso a un premio per raggiungere queste finalità può apparire scontato (non mancano certo i premi nel nostro Paese), in realtà non è scontata la formula nè convenzionale lo spirito che anima coloro che sostengono in vario modo questa impresa culturale, unica nel suo genere nel Veneto e, credo, anche fuori.

Chi ha seguito i Premi Brunacci e ha assistito negli anni scorsi alla proclamazione dei vincitori conosce la serietà ma anche la spontaneità, la semplicità, l’entusiasmo di quanti sono impegnati in questa iniziativa che vuole superare gli steccati artificiosi tra Scuola e Università, fra cultura accademica e cultura militante, fra chi si avvia alla ricerca e chi ha già conseguito risultati prestigiosi. I traguardi sino ad oggi raggiunti sono confortanti. Con soddisfazione la Giuria rileva la crescente partecipazione ai concorsi. Quest’anno sono pervenute complessivamente 35 opere: 12 per la prima sezione (alunni della Scuola dell’obbligo), 1 per la seconda (studenti di scuola media superiore), 8 per la terza (tesi di laurea), ancora 8 per la quarta (volumi riguardanti il padovano), 6 infine per la quinta (libri relativi alla storia veneta). Questi dati meritano qualche commento. Non si può non essere contenti, innanzitutto nel rilevare il maggior contributo numerico viene dagli alunni della scuola dell’obbligo. Ci pare questo un segno che, pur tra le note difficoltà, nelle scuole elementari e medie l’esigenza di intraprendere il cammino della conoscenza storica partendo dai dati concreti, dall’esperienza personale, dall’analisi dell’ambiente umano e naturale nel quale si vive è particolarmente viva e sentita da allievi bravi e insegnanti preparati e appassionati che ringraziamo calorosamente per la collaborazione offerta. Che nel settore riservato alla Scuola media superiore sia stata invece presentata, una sola opera dispiace ma non sorprende. Al di là dei problemi nostri di diffusione del bando, è forse questa una spia significativa di un problema più generale: la mancata riforma dei programmi della scuola superiore frena attività di ricerca e rinnovamento di metodi; in ogni caso impedisce o rende assai difficoltoso il collegamento tra esperienze didattiche dell’uno e l’altro ciclo scolastico. Come sempre di notevole livello sono apparse le tesi di laurea, discusse nelle università venete di Padova e Venezia, ma anche nell’ateneo di Bologna. Il mondo locale è oggetto di indagini severe, condotte con un buon metodo e centrate su aspetti economici, demografici, culturali nella bassa Padovana, di Padova stessa, di Monselice, Este, Montagnana, Castelbaldo. Per quel che riguarda la sezione riservata ai libri di contenuto storico concernenti il Padovano, la Giuria, pur riconoscendo che alcuni dei lavori presentati non mancano di aspetti interessanti, non ha individuato fra essi l’opera di spicco che unisca serietà di metodo, apertura a un largo pubblico di lettori, pertinenza alle finalità specifiche del concorso. Ha pertanto deciso all’unanimità di non assegnare, quest’anno, il relativo premio. La Giuria manifesta invece grande apprezzamento per l’elevato livello degli studi di storia veneta concorrenti nella quinta sezione. La scelta del libro da premiare non è stata facile di fronte ad opere di alto profilo scientifico che fanno onore alla storiografia veneta e che in un arco di tempo che dal Paleoveneto risale al XX secolo, affrontano tematiche di grande respiro nei campi della cultura, dell’economia, della religiosità. Oggi è una festa per i vincitori ma, lasciatemelo dire, è una festa anche per chi ha lavorato per la migliore riuscita di questa iniziativa. E’ doveroso ringraziare innanzitutto l’Amministrazione comunale di Monselice, che ha creduto nell’iniziativa e l’ha appoggiata in forme sempre più impegnate e gli sponsor privati che con sensibilità quanto mai apprezzabile hanno sostenuto economicamente l’iniziativa stessa. Un grazie particolare va all’assessore alla cultura Vittorio Bertazzo per la disponibilità costante e la discrezione esemplare con la quale ha seguito il nostro lavoro, che ha la sua unica ricompensa in se stesso. So di interpretare i sentimenti di tutti i membri della Giuria, dicendo che i Premi Brunacci sono diventati per noi una straordinaria occasione di incontro di amicizia, di scambio di esperienze umane e culturali che vorremo trasmettere anche ad altri. Assegnati nei primi anni nell’aula magna dell’Istituto Kennedy, poi l’anno scorso a Ca’ Marcello, i Premi vengono conferiti quest’anno sotto questo tendone nel cuore della città. Anche idealmente mi pare sia questo un itinerario affascinante: dai banchi di scuola a una splendida sala di un antico maniero e infine qui, in piazza tra la gente e tra i libri.

Il presidente

Antonio Rigon 10/10/1987

Premio libro veneto

Piero DEL NEGRO, Il mito americano nella Venezia del ‘700.

Liviana Editrice 1986

Premio libro padovano: il premio non è stato assegnato

Orietta SORZE

Monselice nella seconda metà del XVIII secolo. Cenni di vita economica, aspetti sociali e movimento demografico.

Tesi di laurea discussa presso l’Università degli Studi di Padova, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 1986-87

Relatore prof. Federico Seneca

Mauro VIGATO

Una comunità e i suoi estimi. Castelbaldo nel XVII secolo.

Università Ca’ Foscari di Venezia, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 1986-87

Relatore prof. G. Corazzol