Relazione del Presidente della Giuria

Cari ragazzi, autorità, signori e signore,

giunti all’8° edizione dei Premi Brunacci, è difficile per chi per l’ottavo anno consecutivo ha avuto l’onore di presiedere la giuria trovare parole nuove su questa iniziativa. I Premi Brunacci hanno ormai una loro fisionomia, un pubblico affezionato, caratteristiche consolidate. Ci sono naturalmente le opere: più o meno numerose, più o meno valide, che ogni anno giungono sul tavolo della giuria e offrono un quadro degli studi, degli interessi, degli indirizzi di ricerca e delle metodologie didattiche seguite nelle scuole, nelle università, nel mondo degli studi storici del Veneto.

Quest’anno sono stati presentati i seguenti lavori: 8 per la sezione destinata alla scuola dell’obbligo, 1 per quella relativa alla scuola media superiore, 5 tesi di laurea, 6 libri per la sezione pubblicazioni. Sentirete tra poco il nome dei vincitori e le motivazioni dei Premi. Prima però devo dar conto di una novità: secondo il bando, per la sezione riguardante il Premio maggiore, la Giuria non ha atteso che le opere venissero spedite dagli editori, ma ha liberamente scelto nel ricco panorama di volumi pubblicati negli ultimi due anni nel Veneto, rispondenti alle caratteristiche e alle finalità dei Premi. è stato così possibile tener conto di una vasta produzione e non della ristretta gamma di lavori ufficialmente presentati negli anni scorsi.

Nell’attribuire questo premio, come gli altri, ci si è chiesto come sempre, se i lavori in concorso fossero rispondenti allo spirito dei Premi: è la domanda più ricorrente nelle due riunioni della Giuria; è la domanda che ci si ripropone sempre in queste occasioni. Cos’è, dunque, questo spirito dei Premi Brunacci?

Vi sono degli insegnanti che invece di tirare a campare, di vivacchiare ripetendo anno dopo anno sempre le stesse cose, animano le scolaresche, le invitano a ricercare nel passato le radici del presente, a guardarsi intorno e imparare un metodo di studio individuale e di gruppo; e vi sono studenti che rispondono, che si impegnano, che dicono sì alle sollecitazione dei docenti. Questi ragazzi e questi professori vanno premiati. Qui sta lo spirito dei Premi Brunacci.

Vi sono studenti che all’Università non cercano solo di far presto, di superare magari col minimo di voti gli esami, non vanno alla ricerca di scorciatoie, ma si impegnano a fondo, amano quello che fanno, si preparano con senso di responsabilità alla professione. Questi studenti devono essere premiati. Qui sta lo spirito del Brunacci.

Vi sono infine studiosi che credono nel loro lavoro, che esercitano con grande professionalità il difficile mestiere del ricercatore, che non pubblicherebbero una riga se non fosse più che rigorosamente accertata e preferiscono agli applausi la soddisfazione di aver fatto progredire la scienza. Questi vanno premiati, e qui sta lo spirito dei Premi Brunacci.

In questo spirito va ringraziata anche l’Amministrazione e va ringraziato l’Assessore Scanferla, che continua a sostenere iniziative educative e premiare il lavoro serio destinato a restare.

Antonio Rigon

Vincitori ex aequo per il Premio libro padovano

Carlo FUMIAN, La città del lavoro. Un’utopia agroindustriale nel Veneto contemporaneo

Marsilio 1991

Francesco SELMIN, Storia di Este.

Il Poligrafo 1991

Vincitori ex aequo per la sezione Tesi di Laurea

Sandro MARCHIORO

Il carteggio letterario di Medoro Rossi Ambrogi e Angelo Calogerà.

Tesi di laurea discussa presso l’Università degli Studi di Venezia, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 1989-90.

Relatore prof. Gilberto Pizzamiglio

Stefano ZAGGIA

Il ghetto ebraico di Padova (1603-1797).

Tesi di laurea discussa presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, Dipartimento di Storia dell’Architettura, a.a. 1989-90.

Relatore prof.ssa Donatella Calabi