Relazione del Presidente della Giuria
PREMESSA ALLA RELAZIONE
Quando nel 1984 per volontà di un gruppo di amici, animati da un comune amore per la ricerca storica, furono istituiti i Premi Brunacci e mi fu chiesto di presiedere la Giuria non pensavo che nel giro di soli tre anni l’iniziativa, nata in sordina e senza molti clamori, potesse assumere il rilievo e l’importanza che ha in realtà raggiunto.
I Premi Brunacci stanno diventando un punto di riferimento per la cultura monselicense, padovana e veneta.
Nel dir questo non sono mosso da alcun intento autocelebrativo. Parlano i fatti, vale a dire:
la qualità dei lavori inviati, via via sempre più soddisfacenti;
l’interesse mostrato quest’anno anche da grandi case editrici;
la cordiale adesione di esponenti di prestigio della cultura accademica e militante veneta. Con grande piacere la Giuria ha accolto nel suo seno quest’anno un dialettologo del livello di Manlio Cortellazzo, un narratore, saggista, giornalista come Cibotto. Ad essi va il saluto di tutti noi, della loro esperienza e della loro competenza, la Giuria non può che giovarsi.
La graduale affermazione dei Premi Brunacci non è del resto casuale, ma poggia su alcune basi molto valide.
L’idea, innanzitutto, che è quella di promuovere la ricerca storica nel senso più ampio coinvolgendo non solo gli specialisti, ma i giovani e i giovanissimi. I Premi Brunacci sono così un punto d’incontro fra chi a vari livelli inizia il proprio cammino sulla via della ricerca e chi della ricerca stessa fa la propria professione.
La disponibilità forse ancora troppo timida, che va crescendo del mondo della scuola. E’ con ammirazione che si deve guardare all’opera di quegli insegnanti che non si limitano a svolgere burocraticamente il loro compito, ma con dedizione e impegno lavorano per la crescita culturale e umana dei loro allievi, guidandoli e stimolandoli sulla via della ricerca calata nel vivo del proprio ambiente e della propria storia.
All’origine delle progressive uscite dei Premi Brunacci sta la linea costantemente seguita dalla Giuria, fondata sulla valorizzazione di opere nelle quali la serietà non pare disgiunta dalla leggibilità, dalla capacità di rompere gli steccati dell’ossessiva periodizzazione per coinvolgere un vasto pubblico.
Tutto ciò non sarebbe stato possibile però senza un adeguato sostegno finanziario ed organizzativo. Da questo punto di vista i Premi Brunacci sono un felice esempio di incontro tra iniziativa privata e iniziativa pubblica unite nel sostenere un’impresa culturale che null’altro si propone se non riscoprire, valorizzare, approfondire un patrimonio storico che appartiene a tutti. Ricorderò in sede di relazione quanti ci hanno sostenuto. Qui desidero ringraziare tutti globalmente.
Devo dare atto all’assessore alla cultura Bertazzo dell’esemplare discrezione con la quale ha appoggiato l’iniziativa. Lo ringrazio anche per questo.
E’ poi motivo di particolare soddisfazione la presenza, oggi, del primo cittadino di Monselice, che testimonia con il suo intervento l’attenzione con la quale l’Amministrazione e la città di Monselice seguono il nostro lavoro.
Premio libro veneto
Alvise ZORZI, Venezia austriaca. 1798-1866.
Laterza 1985
Premio libro padovano ex aequo
Pierantonio GIOS, Un vescovo tra nazifascisti e partigiani. Mons. Carlo Agostini vescovo di Padova, 25 luglio 1943-2 maggio 1945.
Istituto per la storia ecclesiastica padovana 1986
Premio libro padovano ex aequo
Sileno SALVAGNINI (a cura di), La scena e la memoria. Teatri a Este 1521-1978.
Biblioteca comunale di Este 1985
Premio tesi di laurea – vincitori ex aequo
Michela BARATELLA
L’abbigliamento femminile paleoveneto in base ai monumenti figurati.
Tesi di laurea discussa presso l’Università degli Studi di Padova, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 1985-86
Relatore prof.ssa Giulia Fogolari
Claudio NARDO
Per la storia del mulino ad acqua nel padovano (secoli X-XIII).
Tesi di laurea discussa presso l’Università degli Studi di Padova, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 1985-86
Relatore prof. Antonio Rigon