Edizione realizzata con il contributo della Regione Veneto ai sensi della L.R. 14.01.2003, n. 3 – art. 22,Deliberazione della Giunta regionale n. 1481 del 27/11/2023.

Relazione del Presidente della Giuria

La cerimonia di premiazione del Premio Brunacci Monselice è sempre stata una festa. Anche se la mestizia del ricordo di Antonio Daniele e Francesco Selmin, due autorevoli e amati membri della Giuria, morti quest’anno a distanza di poco tempo l’uno dall’altro, ci ha dolorosamente colpito e coinvolto, credo che entrambi, da sempre partecipi e consapevoli del carattere festoso della giornata, approverebbero la ripresa di questo spirito nel momento in cui entriamo nel vivo della manifestazione. Per questa 37a edizione del premio sono pervenute complessivamente 56 opere: libri di 21 case editrici nazionali e venete, ricerche di scuole secondarie, tesi di dottorato e magistrali discusse in tre università (Padova, Ferrara, Parma) e cinque corsi di laurea. Nel complesso una buona edizione. La maggiore criticità si è registrata nella sezione delle ricerche scolastiche, per la quale sono stati presentati solo due elaborati. Il ritorno nella Giuria del prof. Roberto Valandro, fondatore del Premio, storico di Monselice e docente per decenni nelle scuole monselicensi, al quale diamo un caldo benvenuto, e il previsto ingresso nella Giuria di un suo collega nel prossimo anno, rassicura però circa la ripresa rapida di questo settore. L’unica tesi di dottorato partecipante alla sezione riservata a questo tipo di lavori sembra segnalare un diminuito interesse per la ricerca scientifica di alto livello nel campo della storia locale e regionale, secondo una tendenza registrata negli ultimi anni. È un fenomeno da monitorare. Il Premio Brunacci costituisce al riguardo un osservatorio certamente importante. In felice controtendenza rispetto a un passato non lontano, si registra invece una crescente vitalità nell’ambito delle tesi di laurea magistrale, sia per quantità di elaborati partecipanti al Premio (sei), sia per la qualità e la varietà dei temi. Non a caso la Giuria ha ritenuto di assegnare il premio ex aequo a due tesi entrambi frutto di accurate e originali ricerche d’archivio. Buone notizie anche per ciò che riguarda la sezione relativa al libro padovano. Se l’anno scorso il premio non era stato assegnato, per mancanza di opere che, a giudizio della Giuria, rispondessero ai livelli qualitativi richiesti, a questa edizione hanno invece preso parte libri di ottima levatura relativi alla storia politico ecclesiastica, economica e culturale di Padova, proiettata in una più ampia dimensione regionale ed europea. Da qui la segnalazione, accanto all’opera vincitrice, di tre altri lavori. Molto indovinata, alla luce dei risultati, è apparsa la scelta del tema delle “Acque interne del Veneto” per la sezione speciale del Premio, proposta ogni anno dalla Giuria. Anche qui un ex aequo più una segnalazione e la scoperta di un aspetto meno conosciuto della storia veneta e di quella che si può definire una vera civiltà fluviale, che ha caratterizzato per secoli la nostra regione. Il premio veneto, intitolato quest’anno al compianto Antonio Daniele, insigne storico della lingua italiana e della cultura veneta dal Rinascimento all’età contemporanea, poeta e pittore fine e delicato, autorevole membro della Giuria negli ultimi tredici anni, è andata ad un’opera di dimensioni monumentali, quale è l’epistolario di Melchiorre Cesarotti, curato da Claudio Chiancone e Michela Fantato, che supera di gran lunga per quantità e qualità la vecchia edizione dell’abate Giuseppe Barbieri, allievo del Cesarotti, e offre un contributo di grande rilevanza alla storia letteraria e culturale dell’Italia e del Veneto. La Giuria infine è lieta di attribuire un premio alla carriera a Francesco Iori,” giornalista che scrive di storia”, spesso partecipante ai Premi Brunacci con opere di divulgazione, condotte sul filo dell’inchiesta, nelle quali con racconto vivo ha narrato la storia dei Veneti, come storia di tradizioni, abitudini, costume, e di esistenze e fatti minori, “quelli meno conclamati e noti, ma che sono l’ossatura del tempo che scorre.”

Premio libro Veneto

Claudio CHIANCONE, Michela FANTATO (a cura di) Melchiorre Cesarotti, Episolario. Vol. I (1751-1797). Vol. II (1798-1808).

Franco Angeli 2022.

Antonio lora

Achille Beltrame ad Arzignano. Catalogo dei dipinti della Collezione Municipale.

Città di Arzignano 2022.

Alessandro Santagata

Una violenza “incolpevole”. Retoriche e pratiche dei cattolici nella Resistenza veneta.

Viella 2021.

Giorgio Trivelli, Antonio Fabris

Monte Pulli di Valdagno. Storia di una miniera e delle ricerche di combustibili fra Ottocento e Novecento.

Mediafactory 2022.

Nelli-Elena Vanzan Marchini

Guardarsi da chi non si guarda. La Repubblica di Venezia e il controllo delle pandemie.

Cierre 2022.

Premio libro padovano

Marco Bolzonella, Oltre i confini del dogado. L’espansione patrimoniale degli enti ecclesiastici veneziani nel Padovano (secoli IX-XIV).

Viella 2022.

AA.VV.

Scholares.

Gli studenti e l’Università di Padova (1222-2022).

Cierre 2022.

Giovanni Ponchio

Passione secondo Giuseppe. La tragica storia di don Giuseppe Paccagnella raccontata nei documenti d’archivio.

Editoriale Programma 2022.

Chiara Valsecchi

Francesco Zabarella. Da Padova all’Europa per salvare la Chiesa.

Franco Angeli 2021.

Vincitori ex aequo per la sezione le acque interne del Veneto

Claudio Grandis

Le porte di Debba nel Bacchiglione. Uomini, barche e mulini in un borgo del contado vicentino tra XVI e XIX secolo.

Cierre 2018.

Sara Grinzato, Mauro Manfrin

Finestre sulla Brenta. Le vedute ottocentesche di Cristiano de Martens.

Panda edizioni 2021.

Opera segnalata per la sezione acque interne del Veneto

Giannantonio Conati

Arti e mestieri sull’Adige.

Dalle Valli tirolesi all’Adriatico.

Cierre 2021.

Premio tesi di dottorato

Maria Chiara METELLI, Un sistema informativo territoriale per Padova romana: ricerca, tutela e valorizzazione.

Corso di Storia, Critica e Conservazione dei Beni Culturali. Università degli Studi di Padova.

Coordinatore: Ch.ma Prof.ssa Federica Toniolo

Supervisore: Ch.mo Prof. Jacopo Bonetto;

Co-Supervisore: Ch.ma Prof.ssa Maria Stella Busana, Ch.ma Dott.ssa Elena Pettenò; Ch.ma Dott.ssa Francesca Veronese.

Vincitori ex aequo per la sezione tesi magistrali

Arianna BONATO

Studenti di arti e medicina a Padova in due «libri actorum universitatis» (1434-1437).

Edizione ed analisi di una fonte d’archivio.

Università degli Studi di Padova. Corso di laurea Magistrale in Scienze Storiche.

Relatore: Prof. Donato Gallo.

Alessandro CECCHIN

I feudatari di Castelfranco nel tardo Trecento. Studio sui “Libri Feudorum” conservati presso gli archivi trevigiani.

Università degli Studi di Padova. Corso di laurea Magistrale in Scienze Storiche.

Relatore: Prof. Dario Canzian, Correlatore Prof. Donato Gallo.

Ricerche scolastiche

MONSELICE – “Come un tempo il nostro colle verdeggiante“. Ricerca-racconto su Monselice ai tempi di Federico II. Ricerca eseguita dagli studenti delle classi I (sez. Galilei e Newton) della scuola secondaria di primo grado Vincenzo Poloni di Monselice. Insegnante coordinatrice: Barbara Angelini.

MONSELICEDue monumenti a confronto: la tomba Brion (Altivole TV) e la Fontana di Monselice PD. Carlo Scarpa e Mario Botta. Ricerca eseguita dagli studenti della classe II Galilei della scuola secondaria di primo grado Vincenzo Poloni di Monselice. Insegnante coordinatrice: Simonetta Loi.

Premio alla carriera

A Francesco Jori

Per la lunga carriera di giornalista attento alla storia del territorio padovano e veneto.

Ricordo di Antonio Daniele

Ho qui una piccola striscia di carta che riporta 62 numeri scritti a mano con penna stilografica. Si trovava tra le pagine di una copia dell’opera poi risultata vincitrice di questa 37a edizione del Premio Brunacci, che stava leggendo e valutando per una possibile premiazione Antonio Daniele, già professore di Storia della lingua italiana nell’Università di Udine, Presidente della Accademia di Scienze Lettere ed Arti di Padova, socio dell’Accademia della Crusca, membro della Giuria del Premio Brunacci dal 2010, morto il 29 maggio di quest’anno all’età di 77 anni a seguito di una malattia grave che lo affliggeva da qualche anno. Avevo parlato con lui al telefono solo otto giorni prima. Antonio affrontava con eccezionale forza d’animo la malattia; non si faceva illusioni; era consapevole del peggioramento delle sue condizioni di salute, ma non si scoraggiava, faceva fronte alla situazione con il realismo malinconico che gli era proprio e con le opere della vita, la sua vita intellettuale e pratica, coerente sino all’ultimo. Stava rileggendo l’Ariosto per non farsi mancare momenti di svago e di serenità; seguiva, vigile e assiduo i progetti, le iniziative, le imprese editoriali che lui stesso ideava con un’innata passione per la promozione culturale. Stava leggendo anche altre pubblicazioni presentate al Brunacci, e si concentrava sull’Epistolario di Melchiorre Cesarotti, apprezzando vivamente la nuova edizione, con l’ interesse di chi, come lui, aveva dedicato all’opera del grande letterato numerosi studi e, credo -anzi sono certo- , stesse preparando un saggio sulla presenza in essa del Petrarca (i numeri annotati nella striscia di carta che ho mostrato all’inizio, si riferiscono tutti a citazioni del grande poeta, contenute nell’Epistolario).

Ricordo di Francesco Selmin

Intrecciata alla storia del Premio Brunacci è la storia dell’insegnante Francesco, docente all’Itis Euganeo di Este sino al 2005 dove seguirà fortemente il filo rosso di una necessaria azione formativa della scuola: creare un legame diretto tra i giovani e la realtà viva del loro territorio.

La prima esperienza di ricerca storica, nata – come spiega lui stesso − per “guidare gli studenti ad un’indagine sulle condizioni degli ebrei di Este negli anni del fascismo e della seconda guerra mondiale […] quindi come un lavoro di storia locale riguardante una sparuta comunità israelita di una piccolissima città del Veneto meridionale”, rivela subito il “valore paradigmatico” delle vicende ricostruite nei due anni passati a intervistare i testimoni e a caccia di notizie nelle biblioteche e negli archivi. Vicende che appaiono “direttamente determinate e scandite dai grandi eventi che hanno tragicamente segnato la storia nazionale ed europea negli anni trenta e quaranta del nostro secolo”.

La pubblicazione Da Este ad Auschwitz riceverà infatti il Premio Brunacci nel 1987, ma già nell’edizione precedente il premio monselicense era andato a una prima stesura della ricerca scolastica. Risultato di eccellenza, per la passione e il metodo rigoroso del lavoro agito dagli studenti nell’ambiente a loro vicino: si riscopre l’esistenza del campo di concentramento di Vo’ Vecchio e si ricostruiscono le storie dei protagonisti rimosse per quarant’anni dalla memoria collettiva locale.

La Giuria

La Giuria della 37^ edizione del premio Brunacci è costituita da: Antonio Rigon (Presidente), Marina Bertoncin, Dario Canzian, Chiara Ceschi, Paolo Coltro, Antonio Daniele, Antonio Lovato, Fabrizio Magani, Walter Panciera, Andrea Parolo e Roberto Valandro.