Relazione del Presidente della Giuria
Cari ragazzi, autorità, signore e signori, nello stendere la relazione finale per “I Premi Brunacci – Monselice”, provo ogni anno un po’ di imbarazzo. Temo infatti di ripetere cose già dette e sentite più volte. Potrei cavarmela con un freddo resoconto sui lavori della Giuria, ma tradirei, credo, lo spirito dei Premi, il senso e la qualità di questa iniziativa culturale.
A costo di ripetermi, dunque, desidero ribadire alcune idee che sono alla base dei “Brunacci”.
Con essi si intende innanzitutto premiare chi, a vari livelli (dalla scuola elementare all’Università o anche fuori dalle istituzioni scolastiche), si segnala per serietà di impegno e validità di risultati raggiunti sul campo della ricerca storica locale, intesa nel senso più ampio. Ci interessa il lavoro dello scolaro, assistito intelligentemente dagli insegnanti, quello dello studente, quello dello studioso.
Siamo convinti di adempiere ad una importante funzione culturale, ma anche educativa e civica. E’ ormai entrata nella coscienza comune l’idea che lo studio del passato possa servire alla riscoperta delle radici di una comunità e contribuisca a dare ad essa il senso della propria identità. Anche se di questi concetti facilmente si abusa, se ne parla spesso a sproposito e in senso municipalistico, mi pare mantengano la loro validità.
Oggi, poi, che è sempre più sentita da un’opinione pubblica allarmata l’esigenza di difendere dal pericolo del degrado il patrimonio storico-artistico e ambientale del nostro paese, mi pare che valorizzare convenientemente il lavoro di quei giovani che con il loro docenti studiano le realtà “fisico-matematiche”, “storico-sociali”, “economiche”, “culturali” (cito dal bando) dell’ambiente in cui vivono, e dare il dovuto riconoscimento a quegli studiosi che, indagando con rigore nel passato, pongono le premesse per una più fondata conoscenza del presente sia assolvere un compito civile di non secondaria importanza.
I Premi Brunacci si allargano a cerchi concentrici: riguardano ricerche sulla bassa padovana relativamente a distretti scolastici di Piove di Sacco, Conselve, Monselice, Este, Montagnana; sull’intera provincia di Padova e infine sul Veneto.
E mi sia consentito ricordare anche che con un’altra iniziativa precedente ai “Brunacci” e diversa da essi, cioè il prestigioso “Premio Città di Monselice” per la traduzione letteraria e scientifica, Monselice si proietta in una dimensione internazionale, coinvolgendo uomini di cultura italiani e stranieri. La traduzione e la ricerca storica non hanno certo molte occasioni di essere apprezzate; traduttori, insegnanti e storici non cadono certo di frequente sotto i riflettori della notorietà. Per queste ragioni va dato atto a chi patrocina il “Premio Città di Monselice” e i “Premi Brunacci” di una meritoria apertura e di una disponibilità che non hanno come obiettivo primario i facili consensi ma sostegno ad attività culturali serie che fanno onore alla città.
Venendo all’edizione 1989 dei Premi Brunacci rilevo che sono pervenute alla Giuria complessivamente 28 opere. Numerose, come sempre quelle destinate alla seziona A (studenti delle scuole dell’obbligo); in buon numero anche quelle della sezione C (tesi di laurea) e D (libro relativo alla provincia di Padova); inferiori all’ampia produzione storiografica veneta quelle della sezione E (libro riguardante la storia veneta); desolatamente poche (una sola opera) quelle della sezione B (per studenti di scuola media superiore). Mentre ringrazio il prof. Francesco Selmin dell’Istituto Tecnico industriale Euganeo di Este, sempre puntuale all’appuntamento con i Brunacci assieme ai suoi ragazzi, credo di dover ribadire come già l’anno scorso, che a parte le nostre carenze di pronta diffusione del bando, sono forse le strutture di programmi e di metodi di insegnamento tuttora in auge alle Medie superiori a frenare lo sviluppo delle attività di ricerca nel senso da noi auspicato. Se questo sia un bene per la formazione dei giovani lascio agli esperti decidere.
La qualità di lavori presentati è parsa generalmente buona alla giuria, come risulterà dalle motivazioni dei Premi. Anche quest’anno ci è stato possibile la designazione di vincitori che amano la scuola, l’Università, la cultura. Nomi di giovani valorosi e di affermati studiosi (da Alvise Zorzi a Pierantonio Gioss Piero del Negro) sono nell’album dei premiati ai Brunacci. Quest’anno il riconoscimento maggiore è andato ad un maestro della storiografia italiana per un protagonista coraggioso di dure battaglie sugli anni di piombo.
Anche in questa occasione la giuria ha potuto lavorare in serenità e con piena soddisfazione per merito non ultimo del suo solerte segretario Flaviano Rossetto, che vivamente ringrazio.
Un grazie particolare agli sponsor: l’Agenzia Generale di Monselice dell’Istituto Nazionale delle Assicurazioni Assitalia e la Banca Antoniana di Padova e Trieste. Il più sincero ringraziamento, infine, all’Amministrazione comunale di Monselice e all’assessore Vittorio Bertazzo che sostengono con fermezza l’iniziativa e la seguono con sollecitudine, premura e discrezione. Grazie
Premio libro padovano
Tiziano MERLIN, Storia di Monselice.
Il Poligrafo 1989
Vincitori ex aequo per la sezione tesi di laurea
Bruno CASTIGLIONI
La Corte benedettina di Maserà (Padova) nei secoli X-XIII. Aspetti economici e istituzionali.
Tesi di laurea discussa presso l’Università degli Studi di Padova, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 1987-88.
Relatore prof. Giorgio Cracco